Ieri notte il nano si è svegliato. Era tanto che non accadeva, guarda caso proprio nell’unica notte che kike poteva dormire con la piccola alloggiata dai nonni. Kike ancora addormentata si alza e fa per andare dal nano quando nell’oscurità sente una voce belare: ”Voglio il papà”.
Questa mattina al risveglio il nano ha voluto esser lavato solo dal papà. Ha poi voluto far colazione con il suo papà e ha voluto che fosse lui ad accompagnarlo all’asilo.
Kike si era abituata a esser lei il punto di riferimento del nano quando si svegliava nel mezzo della notte, al mattino per lavarsi/vestirsi/farecolazione e la sera per la lettura della storia. Si era abituata a vedere il marito manager messo all’angolo dal nano imprigionato in quel complesso chiamato di Edipo che vuole la madre tutta per sé con l’esclusione totale del padre. E quasi si dispiaceva per lui, voleva scusarsi lei stessa per questo comportamento del nano, quasi fosse lei colpevole di questo processo naturale. A volte pero’ lo invidiava il marito manager, soprattutto quando la sera lui era libero di guardare la tv e kike-mamma era impegnata con un nano logorroico senza alcuna intenzione di dormire.
Kike non sa se è merito dell’i-pad del papà, del fatto che con il papà è autotrasportato all’asilo o del fatto che il papà stia diventando sempre di più il suo modello da seguire.
A kike è bastato constatare di esser affrancata dal nano dipendente per sognare di recuperare un po’ di quella libertà fino ad ora negata. Se il marito manager sia contento di tutto cio’ preferisce non chiederselo.
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